Come prima intervista del 2025 vi presentiamo Chiara Vincenzi che trovate su instagram come kiaraautrice.

Iniziamo con una sua breve presentazione!
Ciao a tutti! Mi chiamo Chiara Vincenzi e sono autrice e illustratrice. Il mio approdo in campo editoriale nasce all’incirca dieci anni fa, grazie all’amore per il disegno. Dopo le prime proposte di pubblicazione, orientate a brevi fiabe, sono nate delle successive collaborazioni con autori di testo. L’amore per la scrittura è arrivato in seguito e si è allacciata con una meravigliosa sinergia alla passione dell’illustrazione.
per info e consulti: chiaravincenzi@live.com
1. Quando hai iniziato a scrivere?
Come accennato, è piuttosto recente, anche se in effetti è già passato parecchio tempo dalla mia prima pubblicazione. Ho sempre adorato disegnare, il mio primissimo amore appunto: un giorno, tracciando per caso la bozza di un topolino, è nata dentro di me una storia. Da lì, si è aperto un mondo unico: quello delle parole.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
Beh, scusate la ripetizione ma… il disegno. Mi piace sempre descriverlo come un atto trasformativo nato forse da un’esigenza diversa. Dopo immagini e colori, a quanto pare, la fonte creativa necessitava di esprimersi con altro: la voglia di raccontare ha chiesto, in un momento successivo, di fare un nuovo salto. Di provare con una forma più ampia… e io mi sono buttata!
3. Quando sei diventato scrittore?
Aiuto, mi sembra una parola così grande! Diciamo che divento scrittore ogni volta che una parola mi raggiunge e cerco di riportarne il suo calore, il suo bellissimo significato. Ecco, per me essere scrittore significa questo: imprimere un messaggio che magari possa confortare ed essere di aiuto verso i futuri lettori, attraverso una storia, un pezzetto di me.
4. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
Sono una persona che si analizza tantissimo. Perciò, quando e se arriva il cosiddetto blocco mi chiedo “da che cosa è dovuto”? Dinamiche che intralciano il percorso creativo; pensieri che annebbiano la serenità? E così via. Molte volte mi aiuta trascrivere direttamente su carta frasi o pensieri dei miei personaggi (come una sorta di dialogo che avviene tra regista e attori); altrimenti decido di attuare un cambio di prospettiva: mi rendo conto che il blocco arriva anche quando ci focalizziamo su qualcosa che invece necessita di respirare. L’alternativa ancora? Lasciare decantare e fare altro, distrarsi. La creatività ha bisogno proprio di questo: di non sentirsi rinchiusa ma di svolazzare come una leggiadra farfalla. Perciò, se alla fine di tutto arriva uno stop (e mi raccomando, ricordate: è normalissimo se ciò accade!) prima di tutto non bisogna farsi prendere dall’ansia, ma bisogna accoglierlo, farlo fluire, e poi scorrere. Uno scrittore, e quindi un’artista, lo sente quando ritorna il fuoco perfetto per riattivare la scia creativa.
5. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Perché non riesco a farne a meno. È vera linfa che scorre e finché avrò qualcosa da raccontare continuerò, di questo sono certa. Mi spiego meglio: non mi sono mai imposta di scrivere una storia per forza di cose. Non è un obbligo, è appunto una scintilla, e se arriva la accolgo a braccia aperte. Racconti e personaggi arrivano come a cascata dentro la mia testa, ed è come se avessero un bisogno impellente di raccontarsi. Allora, quando ciò accade, traccio a penna le prime idee; un identikit dei miei personaggi; mi documento e studio per quanto riguarda le ambientazioni (un’altra fase che adoro tantissimo) e alla fine… via che si parteee. Dopotutto scrivere è un meraviglioso viaggiare.

6. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Come accennato poco fa, personaggi e trama arrivano attraverso delle immagini, potrei definirle delle visioni. Magari succede attraverso un sogno, o un simbolo a me caro (il mio ultimo romanzo “Feather Legati dal destino” pubblicato dalla collana Muse è nato dopo il ritrovamento di una piuma). Mi lascio perciò trasportare da ciò che mi raggiunge, ascolto, prendo appunti cerco di darne più forma possibile. La cosa più avvincente, cosa riscontrata parlando anche altri autori, è il fatto che poi i personaggi percorrano la propria strada. È come se prendessero vita e crescessero con modalità davvero inaspettate. Ecco, la magia della scrittura è proprio questo: il lasciar fluire ogni emotività attraverso le parole dando così origine a una storia che si plasma con te.
7. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
Potrei dire la coerenza. Mi spiego meglio: tracciare una storia significa edificare mattone dopo mattone, passaggi costruttivi, emotività, pensieri. E mantenere la rotta è sicuramente essenziale per uno scrittore. Quindi, alla fine si diventa un po’ come il capitano di una magica nave per navigare dentro una storia; la cosa determinante è quindi la scia da mantenere, ovvero la trama da seguire. I suoi avventurieri, sono i personaggi del romanzo.
8. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
Credo che ogni parte necessiti della sua giusta cura e attenzione. Da quella primordiale – la base è fondamentale – a tutte le fasi successive. Come accennato prima, poi, la coerenza con i passaggi è importantissimo e, altra cosa fondamentale e non semplice, è l’esternazione dei sentimenti da parte dei personaggi, la loro psicologia. Ecco questo aspetto è di sicuro un altro indizio determinante da tenere in considerazione, da non sottovalutare mai: sviluppando il lato interiore permette di calarci maggiormente nei loro panni e di sentirli vivi.
9. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
Tutti! Mi spiego meglio: ciascun libro è sempre e comunque un pezzetto di te, ti appartiene e vi è dentro una memoria che parla di un contesto particolare – il momento in cui l’ho scritto – di un’età più acerba o matura, quindi ciascun racconto rappresenta una fase che ho attraversato. Quindi potrei fermarmi e elencare per ciascuno la sua particolarità, il che non credo sia il caso, ma vi assicuro che ogni storia che scaturisce da una penna è sempre intinta dal cuore.
10. Quanti libri hai scritto finora?
Beh, se devo conteggiare tra fiabe e racconti per ragazzi (e sto parlando in veste di autrice) uniti agli ultimi romanzi, almeno una decina. Ma la lista si sta allungando…
P.S. Altra cosa che è nata nel tempo è stata la necessità di uno pseudonimo: attualmente, con Olga Tree ho pubblicato libri prettamente per ragazzi. L’avventura tutta romance e in chiave più seducente si trasforma in Clarice Page. È stata un’esigenza dovuta, per separare i due generi, e nel rispetto del primo pseudonimo nato esclusivamente con le ragazze di Segreti in Giallo.
11. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Il silenzio è di sicuro fondamentale. Abito in un contesto prettamente naturale e per me ascoltarne il canto, la delizia del cinguettio al mattino, dei grilli la sera – in estate – il tutto crea un connubio che definirei magico. Quando scrivo, comunque, di norma cerco un angolo tutto mio, che risuona con me. Ma posso anche ammettere che, anche se poi si inserisse un rumore, non lo avverto neppure tanto sono immersa nella mia dimensione.
12. Dove trovi le idee per i tuoi libri?
A volte può capitare che arrivi anche da un fatto reale, da un evento personale, da qualcosa che devo elaborare e trasferire. Ma quando scatta la scintilla, accade come se ricevessi una sorta di visione, un’immagine in cui approdo direttamente nella scena di un film, ovvero il mio nuovo racconto. Può avvenire anche con una musica, o grazie a un sogno, infine metabolizzo ogni cosa e quando capisco che la storia inizia a scalpitare, l’avventura scatta. Sono anche molto visionaria, lo ammetto, sin da bambina, e dalla più tenera età ho sempre idealizzato che ci fosse un altro mondo in linea con il nostro. Non ho mai pensato che esistessimo solo noi, per esplicare l’ultima frase. Detto ciò, quel mondo e l’Universo stesso, lo sento in comunione con noi attraverso i più disparati simboli. Come accennavo per esempio per “Feather Legati dal destino” il romanzo d’amore è nato grazie a una delle simbologie da me tanto amate, la piuma. “La leggenda della Sorgiva” pubblicato da Segreti in Giallo Ragazzi, è nato invece dopo la visita a un santuario vicino la mia zona.

13. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
Sono sincera: finora ho sempre pubblicato con case editrici (per fare qualche nome: il Ciliegio; Segreti In Giallo; attualmente con la collana Muse) e ciò significa interagire con le persone che lavorano, in modo meticoloso, dietro le quinte. Ma si è trattato sempre di opportunità che, ogni volta, ho colto con slancio. Ciò non vuol dire che un domani non arrivi la possibilità di creare qualcosa che richiedi una pubblicazione in self. Sono del parere che ogni progetto meriti la giusta attenzione e valutazione per comprendere il percorso perfetto da adottare e dunque anche la tipologia di pubblicazione.
14. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Non si può negare che i social e le piattaforme virtuali aiutino a fare rete, soprattutto nei tempi odierni, per far scoprire la propria opera. Ma sono del parere che farsi conoscere anche attraverso degli eventi, come fiere, e quindi in presenza abbia la sua parte fondamentale. Uno strumento digitale non potrà mai sostituire un abbraccio vero, una stretta di mano, un sorriso condiviso con l’altra persona.
15.Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Ogni critica costruttiva è sempre ben accolta, e anche una recensione negativa può diventare tale. Sono quindi del parere che un romanzo può non piacere anche per un gusto personale, perché troppo descrittivo o particolareggiato o, al contrario, c’è chi vorrebbe più descrizione e meno dialoghi. Il giusto equilibrio si trova perciò con l’esperienza e tanto, tanto, esercizio. Mentre il tocco decisivo, sarà sempre e comunque l’originalità dell’autore, il tocco personale, la sua prosa.
16. Preferisci libri cartacei o ebook?
Eh, mi definisco abbastanza “antica”. Amo immensamente il cartaceo, il profumo della carta, le parole impresse sulle pagine, lo strusciare dei fogli. Ciò non significa che rinneghi il progresso e quindi il digitale. Si tratta semplicemente di sentirsi più in linea con il buon vecchio libro.
17. Quale autore famoso ritieni migliore?
Non credo ne esista uno migliore o peggiore. Esiste quello che risuona con te, con il tuo cuore e la tua visione di vita e quindi di interpretazione di un messaggio da lanciare. Da bambina divoravo i gialli scritti da Arthur Conan Doyle e ho amato – e amo – pazzamente la figura di Sherlock Holmes. Attualmente, un autore che prediligo è Neil Gaiman.
18. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Sapete una cosa? A casa non posseggo televisione, perciò non guardo film, serie tv o altro – sì qualcuno mi definirebbe strana assurda e tanto altro ancora, lo so. Divoro prettamente libri, scrivo, disegno o… strimpello la mia chitarra. Detto ciò, non significa che non conosca il nome di un attore da citare, o che non sia al corrente delle serie attuali, ma allora rispondo che lascerei la bellezza della scoperta, se mai accadesse realmente un domani. Questa domanda – e risposta – la lascio svolazzare come un bellissimo sogno.
19. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Ehm… qui non potrei fare spoiler in realtà, perché i lavori arriveranno, ma non subito per questione di tempistiche editoriali. Posso però darvi questa conferma: nel 2025 mi vedrete parlare di una mia nuova storia. Anzi, un nuovo romance.
20. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Mia madre è una grande sostenitrice nonché mia prima e grande fan, amante soprattutto di romanzi fantasy, e con lei condivido questa enorme passione. Mia sorella è educatrice e a sua volta autrice di libri per bambini. Anche in questo caso, sin da bambina, mi hanno sempre circondata i libri, albi illustrati, storie con cui fantasticavo e viaggiavo con la mia immaginazione. Perciò una buona base proveniente dall’ambiente familiare, sia di sostegno sia come imprinting, direi che c’è, sì. Porto tuttora nel cuore anche le estati trascorse nella provincia di Mantova – i miei natali – la bellezza delle giornate assolate assorbite nella quiete della campagna, le storie che raccontava mia nonna durante le vacanze.
21. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?
Restare in contatto con i lettori è la parte che adoro di più! È bellissimo comunicare con chi ha letto il tuo libro per commentare e condividere le proprie emozioni, per ascoltare i loro punti di vista, per dare luce anche ad aspetti che magari tu stesso non avevi calcolato. Poi scopri che vi è anche un futuro scrittore celato dietro un lettore, e quindi scatta una sinergia ancora maggiore, la voglia di chiedere un consulto che apro sempre a braccia aperte nel spiegare come muoversi con i propri passi, e tutto il percorso che ne compete in seguito.
22. Che consiglio dai ai nuovi autori?
Credere, credere… credere! Nei propri sogni, nella voce interiore, in quella forza che ti spinge a proseguire “nonostante tutto” ovvero anche a certi attacchi di chi ti vorrebbe spegnere (ed esistono, ahimè) beh, ricordate che quel sogno è tutto vostro e come tale merita di risplendere, come voi.
23. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Nel mio attuale percorso ho incontrato autori (e illustratori, parlando anche dal punto di vista artistico) che mi hanno chiesto consulto, come fare per muovere i primi passi. Ebbene, la prima cosa che consiglio sempre è quella di approfondire e cercare informazioni sulla casa editrice più adeguata secondo la caratteristica del proprio romanzo; chiedere quindi informazioni, preparare una buona presentazione per approcciarsi all’editore (che, ricordo sempre, dietro vi sono delle persone che saranno sempre ben accette ad accogliere nuove idee). Dunque la fiducia, in se stessi e nella risposta che si riceve dall’altra parte. Soddisfa le proprie richieste? Ti aspettavi altro?.. quella risposta non arriva? Bene, a questo punto bisogna rimboccarsi le maniche e guardarsi altrove. Un sogno è tale perché necessita di una faticosa scalata! Chi invece preferisce lanciarsi nel self, allo stesso modo, la cosa più importante da valutare è, dopo la pubblicazione, la rete di comunicazione una volta che il proprio libro è uscito. Insomma, non serve solo scrivere o creare, l’avventura prosegue anche e soprattutto dopo!



Vi lasciamo qui dei suoi disegni, inoltre su instagram la trovate anche come ChiarArtBook
"Beh, ho chiacchierato talmente che ne avrete avuto abbastanza di me^^ … e se siete arrivati alla fine delle mie prolisse risposte, ringrazio di cuore per la pazienza e l’ascolto. Dunque, vi abbraccio forte, carissimi, uno a uno. Con la speranza che un giorno un mio romanzo vi possa raggiungere o che io incontri una vostra storia, o perché no? Che magari ci possiamo conoscere di persona e ci stringiamo con un abbraccio vero!
Grazie di Cuore a voi carissime del Club del Libro, grazie per l’intervista e per l’opportunità!
Per ora vi saluto così, allora, sull’onda creativa di questo mare meraviglioso, fatto unicamente del riverbero delle parole, del loro magico suono."
Con affetto, Chiara.
VI RINGRAZIAMO PER AVERCI SEGUITO E PER AVER LETTO LE PAROLE DI KIARA, ADESSO VI CHIEDIAMO DI AGGIUNGERE UN COMMENTO E UNA VALUTAZIONE PER CAPIRE SE VI PIACCIONO QUESTO TIPO DI INTERVISTE.
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