Intervista a Fabrizio Kintaro

Pubblicato il 23 gennaio 2025 alle ore 15:52

Passiamo adesso ad un altro scrittore di nome Fabrizio, che ci ha contattate per uno dei suoi libri e quindi ecco a voi la sua intervista per le ragazze del club del libro.

Presentazione!

Ciao, mi chiamo Fabrizio Kintaro. Sono nato a Catania, classe 1984. Il mio pseudonimo nasce dal nome con il quale mi sono fatto conoscere nell’ ambiente hip hop, nei primi anni 2000.

1. Quando hai iniziato a scrivere?

Ho imparato a scrivere, molto piccolo: ancora prima di frequentare le scuole. Per questo fin dai 6/7 anni, mi sono dilettato a scrivere storielle, racconti. In generale, la maggior parte del tempo però l’ho dedicata a scrivere testi rap.  attività che ha occupato circa quindici anni della mia vita. 

2. Quando sei diventato scrittore?

Ho sempre scritto, ma solo negli ultimi anni mi sono dedicato veramente alla realizzazione di una mia opera. Per parecchio tempo, mi sono dedicato più alla ricerca di uno stile personale che rispecchiasse il mio modo di narrare. Volevo che i temi di denuncia non assumessero un tono soltanto drammatico, quindi ho studiato un po’ come pormi, nei confronti del foglio vuoto.

3. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?

Sicuramente la passione. Fin dalla tenera età leggevo molti libri e fumetti. La lettura è stata una delle poche cose veramente costanti nel mio percorso. La voglia di provare a mettere su carta tutte le cose che avevo in testa, ispirandomi ai miei miti, è stata una conseguenza naturale.

4. Perché hai deciso di diventare scrittore?

Per lo stesso motivo per cui scrivevo brani rap. Voglio mettere in risalto le storie tristi che ho visto e continuo a vedere e denunciarle. Voglio che la gente non si giri dall’ altra parte di fronte le ingiustizie. I libri mi danno modo di formalizzare e i personaggi, con il loro vissuto, quindi diventano metafora del disagio sociale.

5. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?

Normalmente, si tratta quasi sempre di persone realmente conosciute. Tante volte anche solo scontrate, per qualche minuto. Molto personaggi, sono un mix di tante persone reali che ho incontrato. La trama quasi sempre è anch’essa ispirata a fatti realmente avvenuti, sui quali poi io lavoro di fantasia, estremizzando gli avvenimenti o magari raccontandoli in modo fedele, come farebbe un cronista, per intenderci.

6. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?

Trama e personaggi nei miei racconti devono incastrarsi in modo perfetto, questo perché è l’amalgama trama-personaggi il vero motore di tutto il libro. Tutto deve risultare vero, reale. Se la trama vacilla o i personaggi sfociano nel fantasy, si guasta l’alchimia dell’ intera storia. 

7. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?

La parte più complicata è rispettare i principi di naturalismo sui quali si basa la mia scrittura. Quando crei personaggi: odiosi, disgustosi, cattivi all’ inverosimile è parecchio difficile scrivere senza esprimere giudizi personali.

8. Quanti libri hai scritto finora?

Uno soltanto: “Sognando la Califogna”

9. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
L’unico che ho scritto, al momento.

10. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?

Normalmente non lo soffro. Nel senso che io essendo un indipendente, scrivo quando mi va di farlo. Non ho pressioni esterne. Questo mi permette di organizzare le idee, e poi scorrere sul foglio seguendo il flusso di coscienza.

11. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?

Non le gestisco. Nel senso, che essendo una lettura un po’ dura quella dei miei racconti, sono in tanti a non apprezzare la fedeltà con la quale riproduco la strada. Questo perché la fedeltà molto spesso coincide con la bruttezza. Per tale motivo, ascolto tutte le critiche ma solo se realmente focalizzate sull’opera e solo da chi ha capito e accetta il mio di scrivere/espormi.

12. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?

C’è sempre un rovescio della medaglia. Essere pubblicato da una major ti dà la possibilità di raggiungere un pubblico più vasto e portare un prodotto sicuramente più curato, professionale. La pubblicazione indipendente però ti dà la libertà, di cui uno scrittore ha veramente bisogno: niente censure né compromessi. Non nascondo però il fatto che se ricevessi una buona proposta da una casa editrice, non mi farei problemi ad accettarla.

13. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?

Il prossimo lavoro, sarà anch’esso una raccolta di racconti. Il lettore potrà quindi, saperne di più sui personaggi già incontrati in “Sognando la Califogna”. Si scoprirà l’epilogo di certe vicende. E nuove agghiaccianti storie verranno raccontate. Più di questo, al momento , non posso dire.

14. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?

Il silenzio, ma riesco a scrivere anche in ambienti dove molto altri scrittori non riescono proprio. Sarà un po’ per il caos che vige già nelle mie storie.

15.  Dove trovi le idee per i tuoi libri?

Basta affacciarmi dal balcone o fare quattro passi fuori. Le idee sono già tutte lì fuori e molto spesso hanno due braccia e due gambe.

16. Che consiglio dai ai nuovi autori?

Continuate a leggere e a scrivere tanto. Non perdete tempo nelle diatribe che si svolgono quotidianamente sui social. Vi capiterà molto spesso di trovare persone, soprattutto dai quarant’anni in sù, che amano perdersi in chiacchiere inutili. Riceverete molte critiche fatte tanto per il gusto di farle. Un consiglio: ignoratele.

17. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?

Pubblicare è sempre bello, ma prima di farlo prendetevi il giusto tempo. Non siate frettolosi. È un ambiente pieno di concorrenza e di regole contraddittorie.

18. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?

I social media, sono il vero mezzo con il quale possiamo tenerci in contatto tra noi scrittori e rapportarci con chi ci legge. La piazza ormai è la rete, quindi sì, sono diventati fondamentali per un autore. Seppur c’è da stare in guardia perché ormai nascondono molte più insidie della vera piazza. 

19. Quale autore famoso ritieni migliore?

Ne ho tanti di preferiti , ma il mio preferito in assoluto è Irvine Welsh: un maestro nella sua stessa arte.

20. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?

Non so quali lo farebbero, ma so quali vorrei che lo facessero: Mastrandrea, Ragonese, Sperandeo, Roja, Calzone e un mio caro amico: Valerio Santi.

21. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?

Alcuni di loro, sì. Si manifestano entusiasti per la veridicità raffigurata nei racconti. I più impavidi, adorano il modo crudo e la schiettezza del dialetto siciliano, di strada. Altri, mi contattano invece per dirmi che sono stati disturbati da alcune narrazioni e che magari avrei potuto usare altri toni. Ma si sa, a ciascuno il suo, per citare Sciascia.

22. Preferisci libri cartacei o ebook?

Ho provato entrambi. Ma essendo vecchia scuola, il cartaceo rimane per me al primo posto. E poi, vuoi mettere l’odore della carta mentre sfogli il libro? Sublime!

23. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?

La mia famiglia mi conosce e sa che sono sempre stato ossessionato dalla scrittura. Fin dai tempi di scuola, ritornavo sempre con temi lodati da professori entusiasti. Già a quei tempi, i miei temi trattavano argomenti di denuncia.

Volevo ringraziare soprattutto voi, per lo spazio concessomi e per questa opportunità di raccontarvi il libro e di raccontarmi. È sempre bello potersi esprimere con persone fresche e ricettive come voi. Quindi vi vorrei dare un mega bacione. Poi, ricordo a tutti i lettori di questa intervista: “Sognando la Califogna “ di Fabrizio Kintaro. Quattro racconti brevi, caustici, articolati a formare un’unica agghiacciante black comedy. Il libro lo trovate su Amazon, gratis per gli iscritti a Kindle Unlimited. Aspetto le vostre opinioni. A presto.

Big Up!  Fabrizio

VI RINGRAZIAMO PER AVERCI SEGUITO E PER AVER LETTO LE PAROLE DI FABRIZIO KINTARO, ADESSO VI CHIEDIAMO DI AGGIUNGERE UN COMMENTO E UNA VALUTAZIONE PER CAPIRE SE VI PIACCIONO QUESTO TIPO DI INTERVISTE. 


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