Eccoci con una nuova intervista, oggi abbiamo il piacere di avere con noi un altro autore, quindi buona lettura.

Mi chiamo Roberto Pennacchia, sono nato a Ferentino il 7 marzo 1968, da quando ho memoria ho sempre cercato di bilanciare la dimensione tangibile della vita con quella mistica. La mia formazione classica mi ha fornito solide basi di conoscenza e riflessione, mentre questa ricerca interiore è stata la chiave per esprimere la mia creatività e creare connessioni profonde con le persone. Credo fortemente nell’energia che permea l’universo e nel potere di guarigione che possiamo trovare dentro di noi.
Sposato e padre di tre splendidi figli e due nipotini, ho sviluppato un legame profondo con la natura, che è diventata una vera e propria guida nel mio cammino personale. La montagna e le due ruote non sono solo passioni, ma strumenti di crescita, di libertà e di introspezione. Ogni viaggio in moto rappresenta per me un’occasione per riscoprire me stesso, per riflettere sul senso della vita e per lasciarmi ispirare dalla bellezza che mi circonda. Il mio percorso interiore è un viaggio continuo, fatto di ricerca e scoperta. Mi guida verso una comprensione più profonda dell’universo e del mio posto in esso, illuminando sia la mia vita privata sia il mio percorso professionale. Sono un pensatore instancabile, sempre alla ricerca di verità più profonde, incapace di accontentarmi di risposte superficiali. Vivo con empatia e sensibilità, cercando di adattarmi alle situazioni che la vita mi presenta. Tuttavia, sono anche incline a sfuggire alla realtà, troppo emotivo e, a volte, nascondo questo dietro una maschera di cinismo. La mia indecisione mi porta spesso a esplorare le domande più complesse, cercare significati nascosti e approfondire le connessioni che legano ogni cosa. Con curiosità e passione, continuo ad avanzare nel mio cammino, consapevole che ogni esperienza, ogni incontro e ogni riflessione contribuiscano a plasmare la mia visione del mondo e il modo in cui scelgo di viverlo.
1.Quando hai iniziato a scrivere
La scrittura è sempre stata una parte integrante della mia vita. Ricordo ancora con nostalgia il momento in cui, da bambino alle elementari, fui il primo a usare la penna. Fu allora che compresi l’importanza di prestare attenzione a ciò che si scrive: non potevo più cancellare, ogni parola lasciava una traccia, un segno del nostro passaggio in questa dimensione.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
Come ho detto prima, la scrittura è sempre stata parte integrante del mio percorso. Ci permette di imprimere i nostri pensieri e le nostre idee, lasciando un segno indelebile. In un mondo sempre più tecnologico, dove le distanze si sono ridotte ma la solitudine è aumentata a dismisura, diventa fondamentale tramandare ai posteri ciò che abbiamo vissuto e pensato.
3. Quando sei diventato scrittore?
Questa sì che è una domanda da Oscar! Sono diventato scrittore—anche se fatico a definirmi tale—circa due anni fa. Forse complice la crisi di mezz’età, forse semplicemente il maggior tempo a disposizione, ho deciso di dare forma concreta a un sogno che mi accompagna da sempre: poter esprimere il mio pensiero.
4. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
A dire il vero sono con una casa editrice
5. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
Settimane ad osservare uno schermo e un unico pensiero che ti pulsa in testa “chi me lo ha fatto fare?”
6. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Qui non vorrei sembrare egocentrico ma ho deciso di scrivere per lasciare un qualcosa di me ai miei figli e nipotini e diventare parte attiva di una società che sempre più abbassa lo sguardo sul display di un cellulare davanti al bisogno degli altri.
7. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Il ruolo dei social è importate perché ti permette di attraversare lo spazio e il tempo in pochi istanti ma fondamentale rimane sempre il rapporto umano.

8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Il tutto nasce da un’idea o da un messaggio che vorrei trasmettere il resto lo costruisco in itinere.
9. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
Entrambi sono essenziali perché devono armonizzarsi, proprio come il cuore e la mente, la ragione e l’istinto. Quando ci viene imposto o consigliato qualcosa, basterebbe porci due semplici domande: "Perché?" e "Come mai?". Il "Perché" ci guida con la logica e la ragione, mentre il "Come mai" ci parla attraverso il cuore e l'istinto. Solo bilanciando queste due prospettive possiamo discernere la verità, evitando di accettarla passivamente e arrivando a comprenderla con profondità e consapevolezza.
10. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Secondo la filosofia di Friedrich Nietzsche “Ciò che non ti uccide ti rende più forte.” Ho abbastanza lune sulle spalle da riuscire ad rialzarmi dalle critiche negative.
11. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
La parte più difficile sono io stesso, in quanto cambio continuamente idea e mi sono trovato più volte ad uscire “fuori tema” ma siccome nulla accade per caso è stata l’occasione per sviluppare nuove idee e trame.
12. Che consiglio dai ai nuovi autori?
Essere se stessi, non lasciarsi condizionare dalle opinioni altrui e non aver paura di esprimere le proprie idee.
13. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Pubblicare il primo libro è un’avventura entusiasmante, ma può anche essere un percorso ricco di sfide quindi preparati ad affrontare il rifiuto, ama il tuo percorso e in ultimo affina il tuo manoscritto facendolo leggere a persone lontane da te in quanto non conoscendoti non sono condizionati dal giudizio.
14. Quanti libri hai scritto finora?
“Taranis e le sette streghe” è il primo ma il secondo è concluso ed è stato affidato ad alcuni lettori per le correzioni e i suggerimenti.
15. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
“Taranis e le sette streghe” è come il primo amore, non si scorda mai.
16. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Posso dire, senza fare spoiler, che questa nuova storia non sarà un semplice sequel del primo capitolo. Sebbene vi siano alcuni riferimenti alla vicenda precedente, entrambi i racconti mantengono una propria identità e possono essere apprezzati indipendentemente l’uno dall’altro.
In questa nuova opera, i temi trattati si fanno più profondi e attuali: il razzismo, il bullismo e la dittatura vengono esplorati attraverso una narrazione fantasy, dove maghi e streghe si muovono tra diversi possibili futuri distopici. Ogni scenario riflette una società trasformata dalle sue paure e dalle sue contraddizioni, offrendo al lettore una visione suggestiva e al tempo stesso inquietante di ciò che potrebbe essere. L’intreccio mescola magia e realtà, portando alla luce questioni universali e stimolando una riflessione su temi che, pur ambientati in un mondo fantastico, risuonano profondamente nel presente. Un viaggio attraverso incantesimi e rivoluzioni, in cui la lotta per la libertà e la giustizia si intreccia con il destino di un mondo sospeso tra speranza e oppressione.
- Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Il silenzio e la musica, adoro i pink floyd!
- Quale autore famoso ritieni migliore?
Questa è una domanda alla quale ho veramente difficoltà a risponderti posso solo dirti che dopo anni ho ancora stampato nella mente “la metamorfosi” di Frank Kafka per non parlare di Vadim Zeland o Brian Weiss.
- Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Nei sogni e osservando attentamente quello che ci circonda.
- Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Come protagonista Keanu Reeves e nella veste delle sette streghe Charlize Theron, Angelina Jolie, Valentina Lodovini, Julia Roberts, Giovanna Mezzogiorno, Paola Cortellesi, Elena Sofia Ricci.
- La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, anche quando mi consideravano un po' pazzo. Ma, come diceva Steve Jobs: 'Siate affamati, siate folli'. Ho seguito il mio percorso senza esitazioni.
La vita è come un soffio di vento: leggera e fugace, attraversa i giorni senza fermarsi, portando con sé ricordi, emozioni e cambiamenti. A volte è una brezza gentile che accarezza i sogni, altre un vento impetuoso che scuote le certezze. Ma proprio come il vento, la vita non si può trattenere: bisogna lasciarla scorrere, abbracciando ogni istante con coraggio e gratitudine.
Ed è per questo che dobbiamo sempre metterci in discussione e lottare per le nostre idee e i nostri sogni. Non possiamo permettere che le illusioni ci imprigionino, dobbiamo imparare a uscire da questa “Matrix”, a vedere la realtà con occhi nuovi, liberi da condizionamenti e paura. Solo così potremo davvero scegliere il nostro destino e vivere pienamente la nostra essenza.
Roberto Pennacchia
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Commenti
Complimenti; non conoscevo queste tue brillanti "VIRTU'"
Congratulazioni per le tue profonde riflessioni.