Intervista a Viola Ashmore

Pubblicato il 9 giugno 2025 alle ore 14:10

Buon inizio estate, lettori e lettrici , autori e autrici. Oggi per voi una nuova intervista!

Ciao a tutti, mi chiamo Viola e vengo da Roma. Ringrazio per prima cosa il club del libro per questa bellissima opportunità. La mia passione più grande è la lettura, che mi ha aiutata a passare dei momenti difficili quando ero adolescente e non avevo amici. Purtroppo quando sei introversa e timida, tendono a isolarti invece di tendere una mano e aiutarti. Ma i libri sono stati i miei migliori amici e passare il tempo con loro è sempre bellissimo. Ho anche altre passioni, come la scrittura, lo scrapbooking, fare passeggiate nei boschi, e vi assicuro che l’ispirazione galoppa, e anche andare in bicicletta. Viaggio da sola, ma dopo il covid, ho smesso di farlo, anche per occuparmi del mio meraviglioso Akita di 12 anni che purtroppo poi ci ha lasciati.

  1. Quando hai iniziato a scrivere?

In realtà ho cominciato dalle medie, quando riempivo i diari della Smemoranda piena di poesie, ma i romanzi veri e propri ho cominciato a scriverli dopo i vent’anni.

  1. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?

Proprio la lettura. Come vi dicevo, i libri erano i miei migliori amici ma a un certo punto non riuscivo più a trovare nulla che mi soddisfacesse e mi sono detta: Perché non provare a scrivere io qualcosa che avrei voluto leggere? Detto fatto; a oggi ho 14 romanzi che mi fanno compagnia quando non trovo nulla di nuovo da leggere o quando sento la loro mancanza.

  1. Quando sei diventato scrittore?

Non mi sento tale perché sono proprio agli inizi, ma spero, un giorno, di diventarlo.

  1. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?

Mi piacerebbe essere pubblicata da una delle grandi case editrici solo per essere notata ancora di più e per la speranza di vedere, un giorno, i miei romanzi prendere vita sullo schermo.

  1. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?

Negli anni ho avuto qualche blocco, ma ho capito che intestardirmi per creare delle storie mi rendeva solo ansiosa e frustrata, così ho smesso di pensarci. Poi ho cominciato a leggere altri romanzi, anche generi che non avrei letto, ascoltare musica e guardare film e puf, ecco la trama che arriva da sola.

  1. Perché hai deciso di diventare scrittore?

Ogni libro ti lascia un’impronta; con un libro, un autore parla direttamente al lettore e io voglio far passare qualche ora piacevole a chi, come me, non ha trovato grande gioia nella vita sociale.

  1. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?

Ho aperto da poco un canale instagram ed è minuscolo, ma so che senza social media è praticamente impossibile farsi conoscere, perciò sì, hanno un ruolo importante.

  1. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?

Spesso la trama nasce da un’immagine, un sogno (a volte vivo io stessa delle avventure mentre dormo) o da un dialogo che mi è venuto in mente così per caso. A volte nasce anche da una canzone. I personaggi, poi, vengono da soli nella mia storia. Alcuni nascono durante la stesura, altri perché ho visto un personaggio in un video, anche solo per il sorriso e l’espressione, da volergli dare un ruolo. Ma la cosa principale è il carattere e il nome. Ogni personaggio che creo ha il suo carattere che lo fa riconoscere subito e cerco sempre di trovare un nome particolare o che mi piace. Solo per i personaggi senza importanza do nomi a caso. Poi mi domando che cosa devono fare nella storia, che importanza hanno, perché ce l’hanno e che contributo danno.

  1. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?

La coerenza nel comportamento dei personaggi e della trama. Se non c’è coerenza il romanzo si perde e non si capisce più nulla. In più la veridicità. Alcune cose naturalmente non potranno mai essere vere, altrimenti il romanzo perde anche quel fascino di immaginazione, ma inventarsi cose che non potrebbero mai esistere, a meno che non parliamo di un fantasy, no. E soprattutto se un personaggio è sempre stato A non potrà mai diventare B senza un valido motivo o una valida crescita.

 

  1. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?

E’ dura veder criticato qualcosa che per te è come un figlio, ma lo accetto e se ci sono anche critiche costruttive, faccio del mio meglio per imparare a non fare più quegli errori.

  1. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?

Quando scrivo delle scene normali, dove non ci sono dialoghi o azione. A volte mi pesa parecchio scrivere quelle scene da annoiarmi e non volerlo fare, ma se non lo faccio, poi il romanzo non si completa.

  1. Che consiglio dai ai nuovi autori?

Create storie originali e mentre siete in fase di stesura, rileggete daccapo il romanzo per evitare di aver scordato qualcosa o perdere la coerenza. Inoltre credeteci sempre, non arrendetevi e prima di tutto, scrivete per voi stessi e poi per gli altri. Se scrivete cose che non vi piacciono per far contenti altri, non scriverete mai nulla.

  1. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?

Non pagare MAI per essere pubblicato! Non andare dalle case editrici a pagamento, perché non sono case editrici ma copisterie mascherate. Se credono nel tuo romanzo, saranno loro a pagare te con le copie vendute. E se non ne trovi, valuta l’autopubblicazione, ma per favore, non farti imbrogliare solo per il desiderio di pubblicare un romanzo.

  1. Quanti libri hai scritto finora?

14 romanzi.

  1. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?

Bella domanda. Su 14 romanzi è tosta, ma sicuramente la duologia che vede i protagonisti studiare in una scuola per essere delle spie e quindi c’è tantissima azione e avventura.

  1. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?

Anche se, purtroppo, negli ultimi giorni è arrivata una nuova trama da scrivere, mi concentrerò nel pubblicare prima i 14 romanzi che ho. Ancora devo decidere se il prossimo a pubblicare sarà un romanzo d’epoca Regency o uno ambientato nei giorni nostri.

  1. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?

La musica. A volte ascolto la playlist di Youtube, altre volte ascolto sempre la stessa canzone, facendola diventare la colonna sonora di quel romanzo. Ma senza di lei, non riesco a scrivere bene.

  1. Quale autore famoso ritieni migliore?

Non seguo un autore famoso, ma leggo piuttosto i libri dalle trame che vedo e purtroppo molti autori tendono a scrivere le stesse copie dei romanzi già da loro pubblicati.

    1. Dove trovi le idee per i tuoi libri?

    Ti dico solo che l’ultima trama è nata mentre pranzavo in compagnia di Masterchef e ho immaginato un personaggio che doveva fare le prove di selezione e tra una battuta e un’altra, è nata la trama. Quindi da qualsiasi cosa. Un personaggio importante è nato grazie a un attore di un video musicale. Per non parlare della musica che mi evoca nella mente tante scene. A volte il blocco dello scrittore l’ho superato mentre lavavo i piatti o passavo l’aspirapolvere.

    1. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?

    Sinceramente non lo so, ma ci sono degli attori che ho usato come prestavolto per la creazione di alcuni personaggi e uno di questi è Patrick Jane di The Mentalist. Ve l’ho detto che anche un sorriso fa nascere dei personaggi nella mia testa…

    1. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?

    No, per loro è solo un passatempo, quindi non gli danno alcuna importanza, ma va bene così, l’importante è che ci credo io e che ai lettori piaccia quello che scrivo.

    1. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?

    No, essendo sconosciuta non mi contatta nessuno, ma un giorno, spero, ne sarò entusiasta.

     

     

     

    La strada per farsi conoscere in questo mondo in cui si va sempre di fretta e si pensa solo a se stessi è veramente dura e lo sto scoprendo da quando ho aperto il profilo di instagram. Mi piacerebbe pensare che ognuno di noi potrebbe fare la propria parte e tendere una mano a quei nuovi che sono appena entrati, proprio come un gruppo di amici tende la mano a una persona che sta in un angolino, imbarazzata e a disagio, per aiutarla a interagire. Sarebbe bellissimo se le case editrici tornassero a occuparsi del libro a 360 gradi e non cercare solo quei romanzi letti da milioni di persone per essere sicuri che vendono copie e lasciare allo scrittore il suo ruolo: quello di scrivere storie da far innamorare.

    Viola Ashmore


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