Cercate un posto dove conoscere nuovi autori, questo è il posto che fa per voi! Oggi nuova intervista!

Ciao a tutti! Mi chiamo Giuseppe Capparelli e sono nato nel 1989, il 6 novembre, a Crotone, Calabria. Attualmente vivo ad Alassio, in Liguria, e lavoro presso la Flexopack. Di giorno in fabbrica e di notte... Aspirante scrittore!
1.Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato nel 2020.
- Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
L'idea è nata letteralmente per gioco. Insieme a mia moglie facciamo parte di un gruppo di giocatori di ruolo. Quando ho creato il background del mio personaggio (nel gioco Vampire: The Masquerade) ho trovato piacevole inventare la sua storia partendo dalle origini. Scrissi ben 26 pagine di background, chi mastica GdR sa bene di cosa parlo, dunque mia moglie mi ha suggerito di provare ad approfondire la scrittura.
- Quando sei diventato scrittore?
Non mi definisco scrittore, non ancora almeno. Ho pubblicato il mio primo libro di recente – 12 giugno 2025 – con la CE BookaBook.
- Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
Mi piacerebbe molto lavorare con qualche casa editrice, ritengo di non avere la preparazione necessaria a gestire interamente un testo! BookaBook è stata una bella esperienza ma con i prossimi romanzi vorrei provare una CE diversa.
- Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
A dire il vero non ho mai veramente sperimentato questo tanto temuto “blocco”. Ci sono giorni in cui non scrivo e altri in cui, semplicemente, non mi fermo. La scrittura è una cosa che vivo con serenità e cerco di non stressarmi inutilmente, così come in ogni mia passione.
- Perché hai deciso di diventare scrittore?
Come già detto sopra, non mi reputo ancora uno scrittore. Penso che diventarlo davvero voglia dire scegliere di farlo come mestiere e a me piace troppo scrivere perché questo diventi un lavoro. Mi spiego: ho diverse passioni, dalla chitarra, al pianoforte piuttosto che al canto e qualche altra ma se dovessi pensare di praticarle come lavoro, allora, ciò non mi farebbe sentire libero di esprimere al meglio ciò che rappresentano per me. Così anche la scrittura. Non scrivo né per rendiconto personale né per ricavarci qualcosa, piuttosto perché ho tante storie nel cuore e vorrei portarle man mano all'attenzione dei lettori.
- I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Il mio nickname di IG – unico social al quale sono iscritto – è Ottocento e c'è un motivo: mio suocero mi ha dato questo soprannome per la mia incapacità di interagire con i social e la tecnologia! Dunque no, non svolgono nessun ruolo per me come autore in quanto, probabilmente, non gli do il giusto peso. Indubbiamente dovrei aggiornarmi, essendo noi nel 2025, ma penso che lo farò se lo riterrò necessario. Non mi piace farmi assorbire da tutto questo e spero, anche se difficile, di non dover mai avere bisogno di tutto ciò per sentirmi appagato.

8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Il libro che ho pubblicato – Che ne sarà del mare? - è ispirato a una storia (amaramente) vera. I personaggi sono quasi tutti esistenti, motivo per il quale non farò mai i veri nomi, tuttavia alcuni sono inventati di sana pianta. Per quanto riguarda i personaggi ho diversi quaderni dentro i quali scrivo, rigorosamente a mano, la loro intera esistenza. E' un esercizio che mi insegnò mia nonna ai tempi della scuola: scrivere a mano aiuta la memoria e la fantasia. Non so se è scientificamente provato ma mi ha sicuramente aiutato durante la mia vita. Dunque ognuno di loro ha una storia dedicata, dettagliata e non campata in aria. Anche se tante cose non le scriverò mai, io so che sono lì e mi servono perché con i personaggi ci parlo, pongo loro domande, cerco di capirne gli stati d'animo. Una cosa molto da “scrittore” presumo, tuttavia cerco di instaurare un dialogo mentale con loro perché poi sono loro a tessere la trama del romanzo. Esatto, la trama nasce proprio dalla costruzione dei miei personaggi. Come ho già detto prima, il libro che ho pubblicato ha una trama già pre-esistente, tuttavia ho altri lavori in corso (tra cui una trilogia fantasy già finita e in fase di editing), in quel caso, ad esempio, la trama e la storia sono proseguite con i personaggi e il loro iter.
- Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
Penso di aver risposto a questa domanda ampiamente a quel quesito precedente. Tuttavia colgo l'occasione per allargare il discorso trama. Sono convinto che una trama, una storia ben costruita, debba avere un messaggio di sottofondo importante, qualcosa che rimanga al lettore e che, al termine della lettura, gli faccia aprire i cassetti delle domande sulla propria esistenza. Mi piace quando una trama è strutturata, pensata, che aiuti a riflettere nelle questioni di tutti i giorni, dalle gioie ai dolori, ai dubbi e alle sconfitte, così come alle vittorie.
- Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Se per recensioni negative si intendono insulti gratuiti allora non li gestisco, li ignoro. Per quanto riguarda le recensioni “costruttive”, che non saranno mai negative, ben vengano! Sono una persona che cerca di migliorarsi costantemente e senza l'aiuto dei lettori ogni autore sarebbe soltanto una voce muta su pagine bianche.
- Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
Fino ad ora non ho riscontrato fasi particolarmente difficili. Se può essercene una noiosa, non difficile, è il dover rileggere più volte il manoscritto fino alla nausea. Tuttavia è necessario e va fatto.

- Che consiglio dai ai nuovi autori?
Sinceramente non saprei cosa consigliare, essendo anche io un “nuovo autore”, tuttavia posso consigliare, da persona a persone, che qualsiasi cosa amiate fare fatela con la consapevolezza che nessuna strada che porta alla felicità pende verso il basso.
- Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Sarei felice di augurargli il meglio e gli direi, semplicemente, di non fermarsi alle prime difficoltà. Ho imparato sulla mia pelle quanto possa essere difficile il mondo dell'editoria, una vera e propria giungla, quante porte in faccia puoi ricevere ed è per questo che ho allenato la mia testa a diventare di gomma! Scherzi a parte, gli direi – citazione – nessun “non ce la farai” vale quanto un “non mollare”.
- Quanti libri hai scritto finora?
Al momento ne ho pubblicato 1 (Che ne sarà del mare?) ed è un romance/drammatico, un genere che adoro. Ho un altro romance già pronto ma sto valutando a quale CE proporlo e poi ho una trilogia fantasy – altro genere che amo – di circa 700 pagine a libro. Ci sono altri progetti ma ancora incompleti.
- Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
La trilogia fantasy è stato il lavoro che mi ha portato via più tempo ma che mi ha fatto tremare dall'emozione a ogni capitolo. Non ho proposto quella come libro d'esordio per il semplice fatto che il fantasy, in Italia, è un genere emblematico, almeno dal mio punto di vista. Tastare il terreno con un romance è quanto volessi fare e penso che Che ne sarà del mare? Sia un lavoro ben riuscito. Sicuramente saranno i lettori a confermare o smentire questo, ma sarò sempre fiero del mio lavoro in quanto conosco bene le fatiche che ci sono dietro.
- Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
La trama della trilogia di Midiri è quella di un tradizionale High Fantasy, dunque affronta la reale e tipica battaglia tra le forze del bene e quelle del male. Non vorrei dire troppo in verità, essendo un progetto ancora da avviare al passo successivo, tuttavia posso dire che è un romanzo dalle grandi ambizioni. Ho disegnato personalmente anche la mappa del mondo da me creato, di punto in bianco, inventato città, villaggi, luoghi di interesse e ho scritto – così come per ogni personaggio – la storia del mondo su diversi quaderni. Ogni luogo, o personaggio, ha la sua sezione cartacea dedicata. Come ho accennato sopra tante cose non verranno mai scritte, tuttavia è una mappa mentale che mi aiuta a capire meglio ciò che descrivo o invento. In Midiri ci sono razze nuove, pensate da me, anche se prendono spunto da altre già esistenti.
- Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Dipende. Indubbiamente faccio affidamento alla musica, come penso un po' tutti gli scrittori, tuttavia rendo di più con i suoni della natura, in modo particolare con la pioggia. Oltre a far risplendere il mio stato d'animo di gioia, la pioggia crea ispirazione e muove la mia fantasia. Un giorno ci fu un diluvio, in quel giorno scrissi ben 3 capitoli di Che ne sarà del mare?.
- Quale autore famoso ritieni migliore?
Anche qui bisogna capire, migliore rispetto a chi o a cosa? Posso dire che ho autori preferiti in base ai generi. Se analizzo i miei due generi preferiti, dunque romance e fantasy, potrei fare indubbiamente il nome di Nicholas Sparks per il primo. Quest'uomo lo ritengo capace di sviscerare i sentimenti e le sensazioni dell'essere umano, capace di far tremare l'anima. Ogni suo libro ha fatto vibrare le corde del mio cuore, in particolare ho apprezzato La Scelta, Il bambino che imparò a colorare il buio e Le parole che non ti ho detto. Meravigliosi sono i più conosciuti Le pagine della nostra vita e I passi dell'amore. Un altro scrittore che apprezzo molto è Sergio Bambaren, delle sue letture consiglio sempre fortemente L'Onda Perfetta. Per quanto riguarda il genere fantasy mi ritengo un po' più complesso ma ho apprezzato tanto la Collins, con il suo Hunger Games, e il maestro Tolkien. Inutile spiegare chi sia. Migliori non saprei identificarne, direi però che ci sono dei veri e propri pilastri. King e Follett li ritengo tra questi.
- Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Sono le idee a trovare me. Per quanto riguarda i fantasy le idee nascono dall'esigenza di creare quei mondi che sognavo da bambino, luoghi dove gli eroi sconfiggevano le forze del male dopo cruente e sofferte battaglie. E' un po' quello che ho dovuto attraversare nel corso della mia vita, una cruenta battaglia di cui non parlerò. Nei romanzi fantasy che progetto ciò che amo di più dei miei personaggi è la loro umanità più che il lato magico. Per i libri romance le idee nascono dalle storie di tutti i giorni che ho vissuto, ascoltato, incontrato o osservato. Come Che ne sarà del mare? Ispirato a una storia vera, ne ho altre simili che vorrei narrare.
- Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Oddio che domanda! Metto una emoticon, si può? Aspettate, ecco: XD. Diciamo che non preferisco descrivere nel dettaglio i miei personaggi poiché, da lettore, amo pensare e immaginare i volti dei protagonisti quando leggo un libro. Penso che faccia parte della bellezza del narrare per parole e non per immagini, lasciare al lettore la possibilità di disegnare un personaggio in maniera personale. Non ho mai pensato o creato personaggi basandomi su attori, in generale li trovo troppo “belli e perfetti” mentre a me piace trovare la bellezza e la perfezione nelle imperfezioni umane. I miei personaggi non sono pensati per apparire in superficie, bensì per essere reali e profondi, nel bene e nel male.
- La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Questa è una domanda alla quale, per motivi personali, vorrei non rispondere.
- I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?
Si, mi contattano ogni giorno! E' bello poter avere dei feedback e chiacchieriamo spesso del mio unico – attualmente – romanzo. Mi chiedono curiosità, dove ho preso l'ispirazione, quanto tempo ho impiegato a scriverlo, insomma, domande di routine. Sono felice sopratutto però di avere un confronto e chiedo sempre di segnalarmi spunti di miglioramento!
In conclusione ringrazio le ragazze per la grande opportunità che mi hanno concesso. Sono felice di poter condividere qualche mio pensiero con lettori e scrittori. Ho ben poco da aggiungere, grazie a chiunque deciderà di scegliere le mie storie e di leggerle! Sarò sempre disponibile per chiacchierare con chiunque ne abbia voglia. Abbiate solo pazienza se non risponderò velocemente, il mio lavoro è in fabbrica, non sulla scrivania! Un abbraccio.
Giuseppe
Aggiungi commento
Commenti