Torniamo con una nuova intervista! Buon primo luglio a tutti i lettori.

1. Quando hai iniziato a scrivere?
Di getto, direi da sempre. In realtà, ho pensato di dedicarmi seriamente alla
scrittura nel 2012, annus horribilis della mia vita. Quell’anno scoprii di essere
affetta da una grave malattia e allo stesso tempo capii di non essere un’eroina
invincibile. Un “bello schiaffo in piena faccia” che mi ha riportato al giorno zero.
Ho dovuto riorganizzare la vita e l’idea di futuro. La scrittura ne è stato il
mezzo.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
La narrativa che ho letto fin dalla scuola di base. Un libro in particolare,
“Piccole donne”, è stato per me la prima fonte di ispirazione. Poi ne sono
arrivati tanti altri: Un uomo di Oriana Fallaci, Il nome della rosa di Eco, La
coscienza di Zeno di Svevo, solo per citarne alcuni. Per non parlare dei grandi
russi e della narrativa inglese di fine ottocento. Insomma un percorso formativo
che mi ha forgiato, a cui ho dovuto aggiungere l’approfondimento delle tecniche
narrative. Un capitolo a parte meriterebbe, infine, la ricerca dello stile che è
forse, l’aspetto più difficile ed estenuante.
3. Quando sei diventato scrittore?
Con un manoscritto mai pubblicato che è arrivato in finale al concorso nazionale
“Io scrittore”. Quella creatura mai nata è stata una sorta di imprimatur. Poi ho
consolidato con il romanzo “Come una piuma”, edito da Prospero Editore. Oggi
sono alla mia terza pubblicazione, un giallo dal titolo: “Oltre ogni dubbio”.
4. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere
indipendente?
Ho provato l’esperienza della pubblicazione con una CE e non è stata felice. Ho
scelto così di pubblicare in modo indipendente, cercando di realizzare, con
l’ausilio di professionisti del settore, progetti ineccepibili dal punto di vista
formale. Si può sempre migliorare, certo, ma dai feedback ricevuti, gli sforzi
fatti per una pubblicazione di qualità sono stati riconosciuti.
5. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
Ho letto che il “blocco dello scrittore” non esiste. Un autore trova sempre qualcosa da scrivere, avendo gli strumenti per farlo. Il vero problema è la procrastinazione collegata, talvolta, alla sindrome dell’impostore che demolisce e svaluta il nostro operato, affinché si smetta di farlo. Dobbiamo sempre fare i conti con le nostre fragilità, a tutti i livelli e in ogni ambito. Consiglio di uscire
dalle fasi più critiche scrivendo anche solo per cinque minuti tutti i santi giorni.
6. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Non l’ho deciso a tavolino, è stato un percorso quasi naturale. Come dicevo, la scrittura mi ha salvato in un momento critico, trasformandosi poi nel mezzo più agevole per esprimermi in modo creativo. Altri fanno un percorso analogo dedicandosi alla pittura o alla musica.
7. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Uso i social per farmi conoscere, per promuovere i miei libri e per interagire con una vasta community di lettori e scrittori. Per me è come stare in una grande piazza di paese, ma con un pubblico, al quale arrivare, selezionato e specializzato. Un straordinaria e “spaventosa” opportunità.

8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Sono molto lenta nella fase di “pre scrittura”, mi prendo tutto il tempo
necessario. Una progettualità ben fatta, minuta e organizzata permette poi di
scrivere agevolmente, senza intoppi fino alla fine. Finita questa fase, inizia quella
della ricerca nel corso della quale metto a punto luoghi, personaggi e situazioni.
Da lì a poco nasce la trama, la timeline e le singole scene. Poi si procede con le
bozze.
9. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
La trama deve essere ben calibrata e rispettosa delle regole del genere che si
affronta. Ma senza bei personaggi tridimensionali che agiscono e interagiscono,
nessun plot resisterebbe alla pazienza del lettore. Pertanto, ti dico questi ultimi,
inseriti, però, in un impianto credibile e avvincente.
10. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Inizialmente provo delusione e amarezza, ma sono sensazioni che svaniscono
presto, per fortuna. E non perché le critiche mi lascino indifferente, ci mancherebbe. Sono consapevole del lavoro fatto, di non aver lasciato nulla al
caso e dell’impegno profuso… non si può arrivare a tutti. Qualsiasi cosa si
proponga agli altri dovrà passare attraverso una lente la cui visuale è soggettiva.
Bisogna metterlo in conto e farsene una ragione.
11. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
La revisione. È una fase lunga ed estenuante, ma assolutamente necessaria.
Sembra facile sfoltire, tagliare, correggere ciò che si è amato al punto da ritenere “perfetto”. In realtà, non lo è per niente, anzi è proprio l’antitesi della
perfezione. Rendersene conto e agire di conseguenza è molto doloroso.
12. Che consiglio dai ai nuovi autori?
Di leggere molto del genere che si ama scrivere e di affinare le tecniche narrative mediante percorsi mirati. Di fare, in definitiva, l’apprendistato che di solito è previsto in ogni mestiere. Lo scrittore è un artigiano, deve sporcarsi le mani, usare gli strumenti giusti per saper intervenire sul testo senza pietà, ma con decisione ed efficacia.
13. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Di non buttarsi nel vuoto e di ponderare bene che tipo di percorso intraprendere: se affidarsi alla media piccola editoria, se tentare la scalata a una Big con l’aiuto di un’agenzia letteraria, opzione però onerosa, o se tentare la pubblicazione indipendente. In questo caso, per non bruciare sul nascere la propria credibilità, bisogna puntare a una qualità ineccepibile.
14. Quanti libri hai scritto finora?
Ho scritto e pubblicato tre romanzi: “Come una piuma” nel 2018, “Tocca a te” nel 2022 e “Oltre ogni dubbio”, uscito un mese fa.
15. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
Per certi aspetti il primo, “Come una piuma”. È stato un viaggio intimo e liberatorio. Pur non trattandosi di una storia autobiografica, sentivo la necessità di scriverlo per ribaltare il pregiudizio secondo cui il “malato” rappresenta la sua malattia. Dietro a ogni problematica, di qualsiasi natura, c’è una persona che ama, gioisce, soffre al pari di tutte le altre. Amo anche molto l’ultimo perché rappresenta un’evoluzione coerente del mio modo di scrivere e di interpretare il mondo.
16. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Mi dedicherò ancora al giallo e al crime. Sto creando un nuovo personaggio, una detective privata che spero piaccia ai lettori per la sua personalità fatta di luci e ombre, come tutti noi. Non amo i supereroi.
17. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Un impenetrabile e assoluto silenzio. Devo poter percepire la voce interna che guida le mani sulla tastiera. È un processo piuttosto complicato, in cui non è concesso distrarmi se non voglio buttare via il lavoro fatto.
18. Quale autore famoso ritieni migliore?
Lev Tolstoj, genio assoluto, ma anche la mia adorata Austen. Tra gli autori contemporanei, le scrittrici Banana Yoshimoto ed Elena Ferrante. Sono convinta che l’idea del “migliore” nel campo dell’arte e della letteratura sia molto soggettiva. Come si può scegliere tra Monet e Rembrandt, se non affermando ciò che ti fa preferire l’uno all’altro, che so: l’uso del colore, i soggetti, la luce, etc…
Scegliendone uno in particolare, si afferma in realtà ciò che è più consono al gusto personale.
19. Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Arrivano in modo naturale, mentre viaggio o durante una passeggiata nella natura. Non le cerco, le assecondo. Quando arrivano, le accatasto e poi do loro un ordine sul mio taccuino. Perché diventino materia sulla quale lavorare devono però decantare a lungo.
20. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
La coppia Lenore Zuliani e Brando Moras, i protagonisti dei miei due ultimi romanzi, potrebbe essere interpretata da Natalie Portman e Henry Cavill. Sono due attori versatili, belli ma non perfetti, come i miei personaggi.
21. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Sono fortunata, i miei familiari fanno il tifo per me, mio marito in testa. Non devo nascondere o limitare la mia creatività per veti o pregiudizi altrui. E non è per niente scontato.
22. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?
Grazie a Instagram, ho un gruppo nutrito di lettori che mi segue e mi sprona. Questo è uno dei vantaggi delle piattaforme social. È grazie a loro se dopo Tocca a te, libro che ha avuto un ottimo riscontro, ho scritto “Oltre ogni dubbio”. La
curiosità sorta intorno alla coppia dei detective è stato un forte incentivo alla mia creatività.
In un mondo di granitiche certezze, io scelgo il dubbio. Sprona alla ricerca e
all’indagine. Dubitare è l’unica strada per la conoscenza.
Maura Puccini
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