Apriamo settembre con una nuova intervista a Giuseppe Pirino, autore emergente.

"Ciao a tutti, mi chiamo Giuseppe Pirino, sono nato nel 1986 e scrivere è sempre stato il mio modo di dare forma alle emozioni. La chiave di Sol è nato in un momento difficile, come gesto di resilienza: una favola che trasforma il dolore di una perdita improvvisa in una storia di speranza e rinascita. Amo raccontare storie che parlano al cuore, perché credo che nella condivisione delle fragilità si nasconda la vera forza."
1. Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere quando avevo poco più di sedici anni, ma all’inizio erano solo pensieri sparsi e appunti personali. La vera svolta è arrivata verso i venti con La chiave di Sol: in quel momento scrivere non era più solo un passatempo, ma un bisogno vitale per dare voce a un dolore e trasformarlo in qualcosa di nuovo.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
Mi sono avvicinato alla scrittura perché ho sempre sentito il bisogno di dare forma a ciò che non riuscivo a dire a voce. Dopo una perdita improvvisa, la scrittura è diventata il mio rifugio: un modo per non soccombere al dolore e trasformarlo in una storia che potesse parlare anche agli altri. È stato come trovare un filo di luce dentro al buio.
3. Quando sei diventato scrittore?
Non mi sono mai svegliato un giorno dicendo “ora sono uno scrittore”. È stato un percorso. Mi sono sentito davvero scrittore quando ho finito La chiave di Sol e l’ho visto diventare un libro vero, capace di arrivare ad altre persone. In quel momento ho capito che la mia voce poteva avere un senso anche fuori da me.
4. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
Essere indipendente mi ha dato la libertà di gestire ogni dettaglio e di sentire il libro davvero mio. Allo stesso tempo, non nego che mi piacerebbe essere pubblicato da una casa editrice: significherebbe avere più strumenti e visibilità per far arrivare La chiave di Sol a tanti nuovi lettori. Credo che la cosa più importante sia che la storia trovi il suo cammino, qualunque sia la strada.
5. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
Il blocco dello scrittore l’ho conosciuto bene. Non è tanto la mancanza di idee, quanto la paura di non riuscire a dare loro la forma giusta. A volte mi sono fermato anche per mesi. Ho imparato che l’unico modo per superarlo è smettere di pretendere la perfezione e tornare a scrivere per me stesso, senza pensare subito a chi leggerà.

6. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Non ho deciso a tavolino di diventare scrittore, è stata quasi una necessità. Dopo una perdita improvvisa, scrivere è stato l’unico modo per non soccombere al dolore e dare un senso a
ciò che mi era successo. Così è nata La chiave di Sol: da un bisogno profondo di trasformare una ferita in una storia di speranza.
7. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
I social media sono diventati uno strumento importante per farmi conoscere e condividere La chiave di Sol con chi ama leggere storie emotive. Allo stesso tempo, cerco di non farmi
travolgere: per me la scrittura resta il cuore del lavoro, mentre i social sono il mezzo per creare connessione con i lettori
8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Per me i personaggi nascono sempre dalle emozioni e dalle esperienze reali, spesso filtrate attraverso un po’ di fantasia. Sol e Seph, per esempio, sono l’eco di vissuti personali che ho trasformato in una favola. La trama si costruisce intorno ai loro desideri, conflitti e scelte: seguo il flusso della storia, lasciando che i personaggi stessi mi guidino, così da creare un racconto autentico e coerente con le emozioni che voglio trasmettere.
9. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
Per me l’essenziale sono i personaggi: tutto nasce da loro, dalle loro emozioni e dalle loro scelte. La trama è importante, ma è il modo in cui i personaggi affrontano le difficoltà e cercano senso nella loro vita a dare profondità alla storia. Senza di loro, anche la trama più avvincente resterebbe vuota.
10. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Le recensioni negative fanno parte del gioco e, all’inizio, è difficile non prenderle sul personale. Ho imparato a vederle come uno spunto di riflessione: non tutte rispecchiano la mia visione, ma possono aiutarmi a capire come il libro viene percepito dai lettori. Alla fine, ciò che conta è rimanere fedele alla storia che voglio raccontare, senza farmi bloccare dai giudizi.
11. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
La parte più difficile del mio processo è spesso l’inizio: trovare le parole giuste per dare forma a un’idea e allo stesso tempo restare fedele alle emozioni che voglio trasmettere. Una volta che la storia prende vita, però, il flusso diventa più naturale e scrivere diventa quasi un dialogo con i personaggi.

12. Che consiglio dai ai nuovi autori?
Il mio consiglio è di scrivere sempre per se stessi prima che per gli altri. Non abbiate paura di mostrare le vostre emozioni, anche le più fragili: sono proprio quelle che renderanno le vostre storie autentiche. E soprattutto, non arrendetevi davanti ai blocchi o alle difficoltà: ogni parola scritta è un passo avanti nel vostro percorso.
13. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Gli direi di avere fiducia nella propria voce e di non cercare subito la perfezione. Scrivere il primo libro è soprattutto un viaggio di scoperta personale: lasciatevi guidare dalle emozioni
e dalle storie che sentite dentro, perché la sincerità arriva sempre ai lettori. E, soprattutto, abbiate pazienza: ogni passo, anche il più piccolo, conta.
14. Quanti libri hai scritto finora?
Ho scritto finora cinque libri, ma il primo a essere pubblicato è stato La chiave di Sol con i suoi due sequel che arriveranno a tempo debito. I primi due libri, che trattano temi completamente diversi, aspettano il momento giusto per essere condivisi con i lettori. Ogni storia ha il suo tempo, e voglio che arrivi nel modo migliore possibile. Intanto continuo a
scrivere.
15. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
Il libro che mi è piaciuto di più scrivere è stato sicuramente La chiave di Sol. Nonostante sia nato da un momento doloroso, è stato anche un percorso di liberazione e trasformazione. Ogni parola mi ha permesso di esplorare le emozioni più profonde e di dare vita a personaggi e situazioni che ancora oggi mi parlano.
16. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Il mio prossimo libro sarà il seguito de La chiave di Sol, e continuerà il viaggio di Sol e Seph alla scoperta di sé e del mondo che li circonda. Ci saranno nuove sfide, emozioni intense e rivelazioni inaspettate, sempre con quella miscela di favola e introspezione che caratterizza il primo libro. Voglio che i lettori sentano di crescere insieme ai personaggi, passo dopo passo.
17. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Quando scrivo, ciò che più mi aiuta a concentrarmi è creare un piccolo spazio tutto mio, lontano dalle distrazioni, e lasciarmi guidare dalle emozioni dei personaggi. A volte ascolto musica che mi immerge nell’atmosfera della storia, altre volte il silenzio è il migliore compagno: l’importante è entrare completamente nella storia e vivere ogni parola come se fossi dentro il libro.
18. Quale autore famoso ritieni migliore?
Non saprei dire chi sia “il migliore” in assoluto, ma tra gli autori che amo di più ci sono Ken Follett e Dan Brown. Mi ispirano per la capacità di costruire storie coinvolgenti, ricche di emozioni e colpi di scena, e mi ricordano quanto sia potente il potere della narrativa quando racconta la vita e le emozioni umane.
19. Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Le idee nascono spesso dalle esperienze personali, dai sentimenti che provo o da piccole osservazioni quotidiane. A volte basta un ricordo, un’immagine o una conversazione per far scaturire una storia intera. Per me scrivere significa trasformare queste scintille in mondi e personaggi che possano parlare anche agli altri.
20. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Se La chiave di Sol diventasse un film, mi piacerebbe vedere attori capaci di trasmettere profondità emotiva e sensibilità. Non penso tanto a nomi famosi, quanto a persone che possano far sentire i lettori dentro i personaggi, con le loro fragilità e le loro emozioni. Sol e Seph sono molto interiori, quindi servirebbero interpreti che sappiano raccontare la storia soprattutto con lo sguardo e i gesti.
21. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Sì, la mia famiglia sostiene molto la mia scrittura e mi incoraggia a seguire questa strada. Ammirano molto il tempo e l’intensità che dedico a ogni parola, condividono l’entusiasmo per le storie e sono felici quando vedono il libro prendere forma e raggiungere i lettori.
22. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?
Sì, alcuni lettori mi scrivono e leggere i loro messaggi è sempre emozionante. Mi raccontano come La chiave di Sol li abbia toccati, li abbia aiutati a riflettere su esperienze personali o semplicemente li abbia fatti sognare. Ricevere queste parole mi ricorda perché scrivere è così importante e quanto la scrittura possa creare connessioni profonde.
Voglio davvero ringraziare di cuore chi mi ha dato questa opportunità di parlare del mio libro e del
mio percorso. Interviste come questa sono un modo prezioso per entrare in contatto con chi ama le
storie, condividere emozioni e far conoscere ciò che ho creato con passione. Spero che le mie parole
possano trasmettere un po’ della gratitudine e dell’affetto che provo per chi mi segue e per chi,
come voi, ha scelto di dedicarmi tempo ed energia. Grazie di cuore, davvero.
Con immenso affetto, Giuseppe Pirino
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