Oggi vogliamo farvi conoscere un nuovo scrittore e il suo libro!
Mi chiamo Giuseppe Incorvaia, sono nato in Sicilia ma da diversi anni vivo a Cicconicco di Fagagna, in Friuli.
Lavoro come Operatore Socio Sanitario (OSS) in una RSA, un mestiere che mi ha insegnato molto sull’ascolto, sull’empatia e sulla fragilità umana.
Scrivere, per me, è sempre stato un modo per
dare voce alle emozioni che non riescono a
uscire a parole.
1. Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere a 13 anni, quando facevo parte del coro della mia chiesa in Sicilia. Scrivevo testi che poi cantavo insieme a un amico che suonava la chitarra. Era il mio modo per esprimermi e liberarmi.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
La necessità di comunicare. Da ragazzo ero molto introverso e la scrittura è diventata un rifugio, un linguaggio sicuro dove potevo essere davvero me stesso.
3. Quando sei diventato scrittore?
Quando ho capito che le mie parole potevano arrivare agli altri, che potevano toccare e aiutare. Non è stato un momento preciso, ma una consapevolezza che è cresciuta nel tempo.
4. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
Sono stato pubblicato da BookRoad, marchio del gruppo Leone Editore, attraverso una campagna di crowdpublishing. È un percorso che unisce autore e lettori, e mi piace molto questa dimensione di condivisione.
5. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
A volte capita, ma non lo vivo come un nemico. Di solito mi fermo, ascolto la vita intorno a me, e poi le parole tornano da sole.
6. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Perché credo nel potere delle parole: possono curare, far riflettere e cambiare chi le legge.
7. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Sì, sono fondamentali per far conoscere la mia storia e creare un contatto diretto con i lettori.
8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Osservo molto le persone: i gesti, la voce, i dettagli, un profumo, uno sguardo. Alma, la protagonista del mio romanzo, è un insieme di frammenti reali e vissuti.
9. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
I personaggi. Sono loro che guidano la storia, che le danno verità e profondità.
10. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Con serenità. Credo che ogni lettore abbia il diritto di sentire o non sentire una storia. L’importante è che le emozioni siano vere.
- Quale parte del tuo processo di scrittura è la più difficile?
Far sentire sulla pelle del lettore ciò che prova il protagonista. È una sfida, ma anche la parte più bella.
- Che consiglio dai ai nuovi autori?
Scrivete per voi, non per piacere agli altri. Le parole sincere arrivano sempre.
- Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Non arrenderti mai. Il percorso è lungo, ma ogni passo vale la pena.
- Quanti libri hai scritto finora?
Uno: I frammenti di Alma.
- Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
Questo. Perché è un viaggio dentro l’anima, un messaggio d’amore e rinascita.
- Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Per ora nessun progetto concreto, ma tante idee che aspettano di diventare parole.
17. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
La musica. Soprattutto quella cinematografica: mi aiuta a creare immagini e sensazioni.
18. Quale autore famoso ritieni migliore?
Amo Elena Ferrante per la profondità psicologica e Paulo Coelho per la spiritualità nelle parole.
19. Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Nelle persone. Ogni volto, ogni storia, ogni ferita è una fonte di ispirazione.
20. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Per Alma vedrei bene Matilde Gioli, per la sua sensibilità, e per Leon Alessandro Borghi, capace di mostrare entrambe le facce di un personaggio complesso.
21. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Sì, molto. Sono orgogliosi e mi incoraggiano sempre, anche se all’inizio non era facile credere che potesse diventare qualcosa di concreto.
22. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono? Sì, e sono i momenti più belli. Mi scrivono che si sono ritrovati nella storia di Alma, che hanno rivisto sé stessi nelle sue emozioni. È il complimento più grande.
Scrivere I frammenti di Alma è stato un atto di coraggio e di amore.
Un modo per dare voce al silenzio e dire: anche dopo un amore che ferisce, si può rinascere. Grazie a chi sceglie di leggere, perché leggere è sempre un gesto d’anima.
Giuseppe Incorvaia
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