Eccoci con la nostra scrittrice Sara Cuscito
Sono Sara, ho 33 anni e amo la storie di fantasmi, la musica darkwave e metal e i film horror anni ’80.
Colleziono stranezze da altre dimensioni e convivo con il mio compagno e i nostri due splendidi gatti, Loki e Frida.
Per la maggior parte del tempo sono un’articolista, ex studentessa di filosofia e attualmente laureanda in scienze della comunicazione.
Il resto lo passo scrivendo storie deliranti e aggirandomi per librerie e biblioteche, perennemente vestita di nero.
Psychonaut è il mio primo romanzo, pubblicato in self su Amazon il 30/07/2025.
Ho un approccio tragicomico alla vita, riconoscermi è facile: sono quella che sembra stia andando ridendo a un funerale.
1. Quando hai iniziato a scrivere?
Le prima storie risalgono a quando avevo circa 12 o 13 anni, avevo un’agenda su cui scrivevo e me la portavo sempre dietro. Mi hanno presa in giro per questo e da allora ho iniziato a nascondere la mia passione. Negli anni del liceo sono uscita allo scoperto scrivendo sul giornale della scuola, tutt’oggi lavoro come articolista. Dei romanzi e dei racconti non l’ha saputo quasi nessuno fino a non molto tempo fa.
2. Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?
Più che cosa, chi. Mia madre è stata “colpevole” di avermi fatto amare la letteratura sin da bambina. In casa nostra eravamo sempre sommersi di libri ed è grazie a lei se non è passato un solo giorno nella mia vita in cui io non abbia letto almeno una pagina. E poi lei scriveva. A un certo punto però credo sia diventata un’esigenza, avevo bisogno di mettere da qualche parte le storie che mi venivano in mente e mi distraevano dalla realtà.
3. Quando sei diventato scrittore?
Non saprei dire se lo sono diventata, sicuramente ci provo e vorrei essere riconosciuta come tale ma penso la strada sia ancora lunga. Per ora mi piace definirmi “una con il vizio di scrivere”.
4. Vorresti essere pubblicato da una casa editrice, oppure preferiresti rimanere indipendente?
Domanda difficile. Ho scelto di iniziare come indipendente perché non ero pronta a sottostare alle regole dell’editoria, inoltre mi piace avere il controllo delle cose che faccio. Sono di base un animo piuttosto anarchico e non sono brava a gestire i vincoli. Sicuramente sapere che un editore scommetterebbe su di me sarebbe un grande traguardo ma non so se al momento sono pronta per una cosa del genere.
5. Qual è la tua esperienza con il blocco dello scrittore?
Ci ho messo oltre dieci anni per trovare una conclusione al mio primo romanzo, Psychonaut. Quello che è arrivato ai lettori è decisamente molto diverso dalla bozza originale, l’avevo iniziato che avevo circa vent’anni e ha visto la luce oggi che ne ho trentatrè, sono cambiate molte cose nel frattempo. La cosa che ho imparato è che sicuramente prima di mettermi a scrivere seriamente devo sapere esattamente dove voglio andare a parare. Senza un finale le considero solo idee vomitate nel computer.
6. Perché hai deciso di diventare scrittore?
Ho urgenza di comunicare, ho tantissimi mondi e personaggi dentro di me che premono per avere la loro storia. È terapeutico, mi permette di esprimermi e di rimettere insieme i miei pezzi, cosa che non sono molto portata a fare nel mondo reale. È un rito di passaggio che mi da un potere che nel quotidiano non ho.
7. I social media svolgono un ruolo importante per te come autore?
Decisamente sì, con mia grande sorpresa si sta formando una vera e propria piccola community di lettori, autori, amici con cui condividere non solo ciò che scrivo ma anche ciò leggo. Instagram soprattutto mi da la possibilità di stabilire un contatto con gli altri che per me è fondamentale.
8. Come costruisci i tuoi personaggi e la trama?
Vi ringrazio per la fiducia ma non sono affatto metodica (ahahahahah).
Sono forse una delle persone più casiniste che conosca, di solito le idee mi arrivano perché ho sognato qualcuno o qualcosa che mi dice “Ehi! Ma lo sai che forse dovresti raccontare questa storia?”. Sogno molto anche a occhi aperti quindi sono un canale sempre aperto.
9. Tra la tua trama e i tuoi personaggi, cosa è essenziale per te? Perché?
Penso sia importanti allo stesso modo, una buona trama può perdere molto se non ha personaggi forti e viceversa. Di solito però per me il punto di partenza sono sempre i personaggi, sono loro a trascinarsi dietro la storia che costruisce la trama.
10. Come gestisci le recensioni negative sul tuo libro?
Lungi da me sembrare presuntuosa ma, fin’ora, non mi è ancora successo, sicuramente succederà. Non saprei rispondere con certezza ma in linea di massima non sono una che se la prende per le critiche, se le reputo utili e costruttive prendo nota, altrimenti non ci faccio troppo caso. Non si può piacere a tutti.
11. Quale parte del tuo processo di scrittura è il più difficile?
Trovare il momento giusto per scrivere realmente. Passo una buona parte del tempo a fantasticare, a costruirmi storie in testa ma quando poi devo mettere in ordine i pensieri, sedermi alla scrivania e concentrarmi non è sempre così semplice. Ho bisogno di stare da sola per farlo, ho difficoltà con i rumori esterni, motivo per cui il più delle volte scrivo di notte o di mattina molto presto.
In alternativa devo coprire tutto con la musica, insomma in un modo o nell’altro devo isolarmi, gli unici ammessi sono i miei gatti.
12. Che consiglio dai ai nuovi autori?
Sperimentate. Fate quello che sentite ma senza sentirvi mai arrivati da qualche parte, è un viaggio continuo, c’è sempre da imparare e sempre da migliorare. Ma, se sentite che quella è la vostra strada, fate tutti i tentativi possibili, non lasciatevi condizionare.
13. Cosa diresti a uno scrittore che vuole pubblicare il suo primo libro?
La prima cosa sarebbe: studia. Leggi. Scrivi. Soprattutto leggi. Non si può essere scrittori senza essere prima dei lettori forti. Seconda cosa: hai davvero qualcosa da dire? Dove porta la tua storia? Se hai la risposta a queste domande allora vale la pena pensare a qual è la soluzione migliore per pubblicare.
14. Quanti libri hai scritto finora?
Scritti due e mezzo, un romanzo, un saggio e un altro romanzo che spero di terminare tra non molto tempo. Il primo e unico al momento ad aver visto la luce è stato Psychonaut.
15. Quale dei tuoi libri ti è piaciuto di più scrivere?
Psychonaut è stato il primo ed è stata un’esperienza pazzesca. Però ammetto che, a livello di divertimento, quello che sto scrivendo ora è leggermente superiore.
16. Puoi raccontarci qualcosa del tuo prossimo libro?
Posso dirvi che si tratta di un romanzo surreale con una forte vena comica, gli equivoci, i giochi di parole la fanno da padrona, insieme a un’atmosfera onirica in cui sarà difficile capire cosa è reale e cosa non lo è. Dietro la comicità a l’assurdo però si cela una profonda critica sociale . Gli elementi centrali sono un ritiro ayahuasca e un’entità che si manifesta in cerca di adepti per diffondere il suo culto.
17. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
La musica, assolutamente. Senza sottofondo musicale non sono capace di fare praticamente niente nella vita.
18. Quale autore famoso ritieni migliore?
Ce ne sono tanti, indicarne solo uno per me è impossibile. Nella mia classifica personale ci sono Neil Gaiman, Terry Pratchett, Lewis Carroll, Stephen King e Lovecraft. Ci sono anche molti autori italiani che mi piacciono tantissimo come Stefano Benni, Niccolò Ammaniti, Pietro Gandolfi, Nicola Lombardi… troppi!
19. Dove trovi le idee per i tuoi libri?
Sono una persona molto visionaria, tendo a sognare tanto sia di giorno che di notte e mi piace rifugiarmi in altre dimensioni. Sono appassionata di folklore, mitologia e letteratura di genere, soprattutto urban fantasy, horror e weird. Fondendo tutto questo vengono fuori poi cose strane che, a volte, può valere la pena approfondire.
20. Quali attori pensi che interpreterebbero i tuoi personaggi se il tuo libro diventasse un film?
Uh! Non ci avevo mai pensato… Riesco a immaginare solo alcuni di loro, considerato anche che Psychonaut ha molti personaggi tra principali e secondari. Direi Petere Dinklage nel ruolo di Goran, William Dafoe nel ruolo di Orlando e Peter Franzen nel ruolo di Morgan. Magari chiederò aiuto agli amici lettori per farmi un’idea degli altri!
21. La tua famiglia sostiene la tua scrittura? Cosa ne pensa?
Mia madre è la mia più grande sostenitrice, con mia somma sorpresa perché di solito è molto critica in ambito di scrittura. Lei è editor, per difetto professionale tende a vedere prima le cose che non vanno in una storia. A volte penso che ci creda anche più di me e questo mi rende estremamente felice. Anche il mio compagno ha sempre sostenuto la mia passione, incoraggiandomi a portarla avanti. Ma, del resto, loro due sono quelli che mi accompagnerebbero anche se decidessi di fare un viaggio al centro della Terra a cavallo di un rinoceronte.
22. I tuoi lettori ti contattano? Cosa dicono?
Sì, in realtà è una cosa che sta succedendo da poco e che non mi aspettavo. Spesso mi scrivono semplicemente per dirmi che stanno leggendo il mio libro, per parlarmi dei loro personaggi preferiti o per chiedermi seguiti e spin-off. Questa è una cosa che mi mette in difficoltà perché Psychonaut è nato come stand alone ma vedo che molti vorrebbero approfondire alcune questioni. Altre volte invece ci ritroviamo a chiacchierare di ciò che leggiamo, mi chiedono consigli sulle letture o su altri autori, di film o serie tv. Insomma è come stare al bar tra amici ed è bellissimo!
Concludi con ciò che vuoi, baci
Concludo ringraziandovi per l’ospitalità e per avermi dedicato questo spazio, mi ha fatto davvero tantissimo piacere.
E poi vorrei anche ringraziare tutti quelli che mi stanno dando fiducia leggendo il mio romanzo, date un senso a tante cose e non posso che abbracciarvi tutti virtualmente!
Sara Cuscito
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